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29 giugno 2006
L'imbecille!
Il Principe e le ballerine
Regalie, cavalieri, veline a gogò. Siamo uomini o caporali?

di Romano Bracalini

“Andare a puttane”, nel lessico familiare d’ogni tempo, è espressione ostentata di vanto, di compiaciuta prova di virilità, di raggiungimento dell’età piena dell’uomo.

Io a puttane ci sono andato solo una volta, avevo 15 anni. Altro che compiaciuta prova di virilità....mi sentivo un coglione, primo perche neanche mi si alzo, secondo perche fu la prima e unica volta che pagai una donna.



Il “casino” era la consacrazione ufficiale, una specie di battesimo. Del Duce gran puttaniere e fondatore dell’impero si vantavano le qualità “divinatorie” e l’inesausta capacità amatoria.



Ma chi? L'imbecille? ma va va..




Vittorio Emanuele di Savoia (che il Foglio chiama IV, col numerale che designa il sovrano felicemente regnante, ciò che per fortuna non è), faceva a bella posta sfoggio del gergo della suburra per dimostrare che nel lungo esilio s’era tenuto aggiornato nel linguaggio e nell’arte più amata dagli italiani, nobili e plebei.



Ma non poteva stare ancora in esilio un uomo impresentabile come lui? MAH!?

Agli amici, che ricerca sempre nei ricettacoli più bui e meno igienici del firmamento patrio, annunciava il suo arrivo con l’immancabile desiderio di femmine, di “andare a puttane”, a margine di un incontro di affari, prima di finire lui a puttane nel modo più sbrigativo e meno decoroso per un principe del sangue.



Andare a puttane e vantarsi pure, ma avrà fatto un corso per essere così idiota?

La retata della procura di Potenza, in crisi di astinenza per non aver ancora messo in galera qualcuno, ha portato alla ribalta della cronaca personaggi che la stampa onnivora ha sbranato e deglutito. Naturalmente bisognerà vedere se le ipotesi formulate saranno suffragate dai fatti. Non sarebbe la prima volta che un’inchiesta clamorosa finisce in nulla.


Già...sopratutto con lui non sarebbe la prima volta di un'inchiesta finita nel nulla.


Il principe, certo irretito, certo giocato, certo ingannato, ma con una sua propensione a farsi giocare, irretire e ingannare, ha spiegato le tangenti come regalie e lui ricambiava facendo cavaliere il donatore. Un vizio di famiglia. Nel vasto giro di giochini e giochetti, le “bambine di Vittorio Emanuele” erano il corollario che legava personaggi diversi ma simili nei gusti; e la donna è sempre il fine ultimo e il più gradito.


E ti credo che si sia irretito l'idiota.
Le "bambine di Vittorio Emanuele" non si può sentire ne leggere!! Sapesse almeno il vero significato di bambine!
Come cadono in basso le donne alcune volte...


Re Vittorio Emanuele II, trisavolo del principe, possedeva le donne nei pagliai e una volta fece secco un marito adirato e la cosa passò sotto silenzio.


Ma va!? Sotto silenzio!?

Scrissero i giornali: “Un re che ama le donne? Che male c’è!”. Però bisogna essere re per farla franca. Non è la prima volta che Vittorio Emanuele si mette nei guai. È sempre stato uno scavezzacollo.


Un UOMO che ama le donne non le paga!
Si bisogna essere re per farla franca.
Noooo è solo un imbecille.



Amante del volo e della velocità, ha sfasciato un’infinità di automobili di grossa cilindrata. Amante delle armi, nella sua villa ginevrina ha una collezione di bazooka.


Ma si puo?!

Questa mania delle armi gli giocò un brutto tiro quando all’isola di Cavallo, in Corsica, dove andava in vacanza, venne a diverbio con un play boy romano, Niki Pende, nipote del professor Nicola Pende, autore del decalogo razzista del 1938, che l’aveva chiamato “principe di merda”, che non rientrava nella tradizione araldica.


Il nipote di un razzista che lo chiama principe di merda.....questa è bellissima, non la sapevo.

Il principe armato di fucile aveva sparato colpendo un ignaro ragazzo tedesco, Dirk Hamer, che morirà di lì a poco. Incarcerato e processato a Parigi venne scagionato e rimesso in libertà.


Eh...lui è re

È riuscito ad andare in carcere anche in Italia. È la vendetta postuma della repubblica: i Savoia incarceravano Mazzini. In fondo se non tornavano era meglio. Maria Gabriella di Savoia, la sorella, ha espresso un giudizio severo. “È un credulone”, e forse voleva dire di peggio. Conosco Maria Gabriella, la persona più seria della famiglia.


Su questo sono d'accordo, una vera signora.

Umberto II morendo affidò a lei l’archivio storico di famiglia. Con Maria Gabriella di Savoia sono coautore del libro “Diario di una monarchia”, editore Mondadori, corredato con molte foto inedite provenienti dal fondo privato dei Savoia. Nemmeno il figlio Emanuele Filiberto, principe di Venezia, un titolo che non esiste nella tradizione sabauda, s’è dimostrato più avveduto e più saggio del padre. La zia dice che è “un arrivista”.


Da chi avrà preso? Dalla mamma forse?



Ha fatto qualche comparsata alla Tv. Un partito voleva candidarlo. Faceva la pubblicità a una marca italiana di scarpe. È accusato di aver oscurato un sito Web sgradito ai Savoia.


Pensava di stare in Cina?

Anche il sor Salvo Sottile, interrogato a Potenza, ha respinto l’accusa dicendo che i suoi rapporti con le aspiranti vallette erano solo cose che diceva per “vanto”.



Un'altro imbecille, non sapeva che era lei che si scopava la sua carriera, di certo non lui...ripeto...come cadono in basso le donne a volte!


Ma una ragazza di Calabria, giunta a Roma sgombra di pensieri e di vestiario, lo “inchioderebbe” e non si capisce se il colpevole è lui che chiedeva compensi in natura in cambio di una scrittura in Rai, o lei che ci stava sapendo che quella era la prassi consueta.


Secondo me la seconda.

Capita che certe ragazze assatanate di Tv offrano il solo “talento” che hanno. Gli interrogatori sono cominciati e l’estro di Totò, in “Siamo uomini o caporali”, trattando in fondo lo stesso tema della donna che dà e l’uomo che chiede, li avrebbe resi irresistibili. Ma la “pochade” c’è stata ugualmente, con tratto tragicomico del principe che cade dal letto a castello e in carcere i detenuti lo chiamano “Altezza” e i più cerimoniosi “Maestà”. I titoli non costano nulla e la repubblica li ha aboliti. Ma non ha abolito i principi. Ha chiesto al GIP che lo interrogava di tenere segreta la sua confessione, “per via di mia moglie”.


Che spreco di talento.
Avrei fatto un'altro prestito in banca per vedere la scena della sua caduta.


Non sapeva che c’era già tutto sui giornali che hanno trascritto paginate intere di intercettazioni telefoniche. Intercettazioni che sono costate un occhio e che sembrerebbero un metodo poco congruo e accettabile in uno stato di diritto.


Abbiamo anche pagato per incarcerare e poi liberare per l'ennesima volta un vanitoso imbecille.

Mi pare abbia ragione Angelo Panebianco quando dice che le intercettazioni violano la libertà personale, garantita dalla Costituzione; un metodo che appartiene piuttosto ai sistemi giudiziari e polizieschi dei paesi totalitari, ma uno stato liberale non dovrebbe farvi ricorso. S’è aperto un dibattito sull’argomento. Scommettiamo che va a finire in nulla?


scommettiamo!?


L'imbecille


Link: http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=138&id_art=2775&aa=2006
 
posted by Io Medesimo at 23:08 | Permalink |


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