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“Andare a puttane”, nel lessico familiare d’ogni tempo, è espressione ostentata di vanto, di compiaciuta prova di virilità, di raggiungimento dell’età piena dell’uomo.
Il “casino” era la consacrazione ufficiale, una specie di battesimo. Del Duce gran puttaniere e fondatore dell’impero si vantavano le qualità “divinatorie” e l’inesausta capacità amatoria.
Vittorio Emanuele di Savoia (che il Foglio chiama IV, col numerale che designa il sovrano felicemente regnante, ciò che per fortuna non è), faceva a bella posta sfoggio del gergo della suburra per dimostrare che nel lungo esilio s’era tenuto aggiornato nel linguaggio e nell’arte più amata dagli italiani, nobili e plebei.
Agli amici, che ricerca sempre nei ricettacoli più bui e meno igienici del firmamento patrio, annunciava il suo arrivo con l’immancabile desiderio di femmine, di “andare a puttane”, a margine di un incontro di affari, prima di finire lui a puttane nel modo più sbrigativo e meno decoroso per un principe del sangue.
La retata della procura di Potenza, in crisi di astinenza per non aver ancora messo in galera qualcuno, ha portato alla ribalta della cronaca personaggi che la stampa onnivora ha sbranato e deglutito. Naturalmente bisognerà vedere se le ipotesi formulate saranno suffragate dai fatti. Non sarebbe la prima volta che un’inchiesta clamorosa finisce in nulla.
Il principe, certo irretito, certo giocato, certo ingannato, ma con una sua propensione a farsi giocare, irretire e ingannare, ha spiegato le tangenti come regalie e lui ricambiava facendo cavaliere il donatore. Un vizio di famiglia. Nel vasto giro di giochini e giochetti, le “bambine di Vittorio Emanuele” erano il corollario che legava personaggi diversi ma simili nei gusti; e la donna è sempre il fine ultimo e il più gradito.
Re Vittorio Emanuele II, trisavolo del principe, possedeva le donne nei pagliai e una volta fece secco un marito adirato e la cosa passò sotto silenzio.
Scrissero i giornali: “Un re che ama le donne? Che male c’è!”. Però bisogna essere re per farla franca. Non è la prima volta che Vittorio Emanuele si mette nei guai. È sempre stato uno scavezzacollo.
Amante del volo e della velocità, ha sfasciato un’infinità di automobili di grossa cilindrata. Amante delle armi, nella sua villa ginevrina ha una collezione di bazooka.
Questa mania delle armi gli giocò un brutto tiro quando all’isola di Cavallo, in Corsica, dove andava in vacanza, venne a diverbio con un play boy romano, Niki Pende, nipote del professor Nicola Pende, autore del decalogo razzista del 1938, che l’aveva chiamato “principe di merda”, che non rientrava nella tradizione araldica.
Il principe armato di fucile aveva sparato colpendo un ignaro ragazzo tedesco, Dirk Hamer, che morirà di lì a poco. Incarcerato e processato a Parigi venne scagionato e rimesso in libertà.
È riuscito ad andare in carcere anche in Italia. È la vendetta postuma della repubblica: i Savoia incarceravano Mazzini. In fondo se non tornavano era meglio. Maria Gabriella di Savoia, la sorella, ha espresso un giudizio severo. “È un credulone”, e forse voleva dire di peggio. Conosco Maria Gabriella, la persona più seria della famiglia.
Umberto II morendo affidò a lei l’archivio storico di famiglia. Con Maria Gabriella di Savoia sono coautore del libro “Diario di una monarchia”, editore Mondadori, corredato con molte foto inedite provenienti dal fondo privato dei Savoia. Nemmeno il figlio Emanuele Filiberto, principe di Venezia, un titolo che non esiste nella tradizione sabauda, s’è dimostrato più avveduto e più saggio del padre. La zia dice che è “un arrivista”.
Ha fatto qualche comparsata alla Tv. Un partito voleva candidarlo. Faceva la pubblicità a una marca italiana di scarpe. È accusato di aver oscurato un sito Web sgradito ai Savoia.
Anche il sor Salvo Sottile, interrogato a Potenza, ha respinto l’accusa dicendo che i suoi rapporti con le aspiranti vallette erano solo cose che diceva per “vanto”.
Ma una ragazza di Calabria, giunta a Roma sgombra di pensieri e di vestiario, lo “inchioderebbe” e non si capisce se il colpevole è lui che chiedeva compensi in natura in cambio di una scrittura in Rai, o lei che ci stava sapendo che quella era la prassi consueta.
Capita che certe ragazze assatanate di Tv offrano il solo “talento” che hanno. Gli interrogatori sono cominciati e l’estro di Totò, in “Siamo uomini o caporali”, trattando in fondo lo stesso tema della donna che dà e l’uomo che chiede, li avrebbe resi irresistibili. Ma la “pochade” c’è stata ugualmente, con tratto tragicomico del principe che cade dal letto a castello e in carcere i detenuti lo chiamano “Altezza” e i più cerimoniosi “Maestà”. I titoli non costano nulla e la repubblica li ha aboliti. Ma non ha abolito i principi. Ha chiesto al GIP che lo interrogava di tenere segreta la sua confessione, “per via di mia moglie”.
Non sapeva che c’era già tutto sui giornali che hanno trascritto paginate intere di intercettazioni telefoniche. Intercettazioni che sono costate un occhio e che sembrerebbero un metodo poco congruo e accettabile in uno stato di diritto.
Mi pare abbia ragione Angelo Panebianco quando dice che le intercettazioni violano la libertà personale, garantita dalla Costituzione; un metodo che appartiene piuttosto ai sistemi giudiziari e polizieschi dei paesi totalitari, ma uno stato liberale non dovrebbe farvi ricorso. S’è aperto un dibattito sull’argomento. Scommettiamo che va a finire in nulla?
E anche questa è fatta. Devo dire che almeno a emozioni, questa partita è
stata un pò più "sollevante". Bene così comunque, ma ora si comincia afare
sul serio. 2 - 0 speriamo sempre bene...
La magia della prima partita si è trasformata nella solita, solitissima
sofferenza che ci distingue ad ogni mondiale. Vabbè per consolarmi in
questo momento stò pensando che tutto è rientrato nella
norma.....sofferenza, sofferenza, sofferenza, e non finisce qui. 1 - 1
continiamo a sperare bene...
Questa è stata la diagnosi della perizia fatta ad Anna Maria Franzoni.
C'è ne sarebbe da parlare ancora, e molto probabilmente non si finirà di
farlo, fino a quando un giorno anche questa vicenda andrà a finire nelle antiche
regioni delle nostre menti dove appoggiamo le cose che vogliamo scordare, forse perchè annoiati. Anche il
caso di questa donna, PER ME, in bilico tra follia e realtà.
Ad oggi comunque è considerata socialmente non pericolosa.....per quello
che significa.
Che cosa strana oggi, è venuta una ragazza in negozio le cui parole e
pensieri differivano totalmente dallo sguardo assente che aveva. Sono
contento, almeno ora so che non è del tutto persa
Adoro quando ci sono i mondiali, sono emozioni imparagonabili. C'è
magia.....2-0, speriamo bene! ;)
Ieri sera ho visto Cuore Sacro di Ozpetek, premetto che non avevo mai
visto un suo film e che anzi,chissà per quale strana ragione ho sempre
voluto non vederne considerandolo un regista sopravvalutato. Questo mi
capita anche con Almodovar...mai visto un suo film....eppure non riesco a
prenderlo in considerazione. Comunque per ritornare al film di ieri sera
devo dire che, sopratutto per la parte iniziale del film sono rimasto
davvero incantato dagli Occhi di Barbara Bobulova che poi sono gli occhi
di Irene la protagonista, ed il loro colore blu intenso. Ma la loro luce
cambia nel corso del film e passa da quella disumana del profitto e del
business a quella umana della pietà e della compassione, mentre intanto
anche la luce gelida e bianca della sua azienda e della sua piscina da
ricchi si trasforma in quella notturna del colosseo che ospita l'inferno
di chi ha bisogno.
Occhi in primo e in primissimo piano che si chiedono e ci chiedono perché
la madre vivesse reclusa nella sua stanza circondata da incomprensibili
geroglifici e come è morta e chi è Benny, la ragazzina che improvvisamente
apre scenari inmagginabili nella sua vita. Occhi che alla fine trovano
pace solo in una serena "follia" d'amore e nei battiti del suo Cuore
Sacro. Fin qui quello che ho potuto aprrezzare del film a suo modo unico e
bellissimo.
Il regista si muove con la sua macchina da presa verso la sua protagonista
e pare le dia le risposte di cui ha bisogno, ma mi ha lasciatoto da solo
con le mie domande iniziali che hanno toccato le crisi della coscienza, la
"paura" della morte, i segni dell'ultraterreno nel terreno e soprattutto
il desiderio laico di un'umanità dell'essere e della solidarietà prima che
dell'avere.
Forse il film è stato lungo e a volte lento, la musica bellissima, ma non
mi sono piaciute le esaltazione della protagonista, quasi volesse essere
una sorta di san Francesco in versione femminile, anzi un misto tra
S.Francesco e Robin Hood. Bravissima e bellissima Benny la ragazzina del
film.
Che dire di più, il film mi ha emozionato, ripeto, sopratutto all'inizio
quando c'è un bel alone tra mistero e misticismo, poi forse mi ha deluso
un pò per alcune "accentuazoni", ma di sicuro le mie lacrime anche ieri
sono uscite.
Roma - L'Italia è ormai il primo paese in Europa per il più alto numero di
donne infibulate. Tra le 20 e le 30 mila donne immigrate hanno subito una
mutilazione genitale e circa 5 mila bambine rischiano la stessa sorte. Per
la prima volta dei medici italiani stanno per pubblicare uno studio
scientifico sulla loro esperienza con le donne mutilate. Aldo Morrone,
responsabile del Servizio di medicina preventiva delle migrazioni, del
turismo e di dermatologia tropicale dell'ospedale San Gallicano di Roma,
anticipa a Repubblica i risultati della ricerca:
«La mutilazione genitale femminile è stata una sorpresa per la classe
medica italiana. Quando agli inizi degli anni Ottanta abbiamo osservato i
primi casi, per la verità non conoscevamo questa pratica. Il motivo per
cui queste donne venivano da noi non era tanto la mutilazione genitale ma
perché affette da malattie veneree. Mi colpì il primo caso di una donna
somala che aveva avuto un'infibulazione completa. Le chiesi di poter fare
una fotografia della lesione e la signora rispose che non c'era alcun
problema, per lei era perfettamente normale essere infibulata, per lei
quello era il suo stato naturale. Allora capii l'importanza di curare gli
aspetti culturali e psicologici».
Tratto da http://alessiaguidi.provocation.net/diritti/infibulazione.htm
Questa è la cosa che oggi mi ha fatto venire i "brividi".......nel senso
buono. E' un sms della mia ragazza: E nuovamente vorrei farti entrare
nella mia mente...farti sentire ciò che provoca il guardarti e il
sentirti...sei la mia vita "ritrovata". Riempi i miei respiri.
Che dire di più di quanto non le dico ogni giorno, Ti amo.